L’acidità e il bruciore sono dei sintomi piuttosto diffusi che si avvertono all’altezza del torace (pirosi) o della gola (reflusso gastroesofageo). Essi si manifestano principalmente dopo i pasti, durante la fase di digestione, e sono dovuti a un malfunzionamento della mucosa gastrica, la quale o eccede nella produzione di succhi gastrici o è carente nella secrezione di muco protettivo.
In entrambi i casi gli acidi riescono così a entrare in contatto con la superficie interna dello stomaco, corrodendola e provocando, di conseguenza, una fastidiosa infiammazione. Ecco allora i 3 modi migliori per rispondere a questo campanello d’allarme e cercare di risolvere il problema.
1. Utilizzare appositi farmaci
A seconda del farmaco assunto al bisogno si andrà ad attenuare direttamente il sintomo:
- bloccando o riducendo la produzione di acidi come accade con il famoso digestivo antonetto;
- o velocizzando lo svuotamento dello stomaco (quindi la digestione);
Si tratta certamente della soluzione a effetto più immediato, anche perché per questo genere di farmaci non serve neanche la prescrizione medica. Tuttavia attenzione a non prolungare troppo (oltre un mese) questo tipo di trattamento poiché, altrimenti, potrebbe risultare controproducente.
2. Modificare le abitudini alimentari
È fondamentale evitare il più possibile:
- certe bevande, soprattutto a stomaco vuoto, come quelle:
- alcoliche (vino, birra, superalcolici),
- nervine (caffè, tè ed energy drink),
- gassose e zuccherine (coca cola, aranciata, ecc.);
- le spezie irritanti (curcuma, pepe, curry, ecc.), a eccezione del disinfettante peperoncino (comunque senza esagerare);
- i digiuni;
i pasti ricchi di:
- grassi, soprattutto saturi, di origine animale (presenti ad esempio negli insaccati e nel burro),
- sale,
- zuccheri semplici (in particolare i dolci),
- tessuto connettivo (molluschi, frattaglie, alcuni tagli di carne da brodo, ecc.),
- fibre, soprattutto insolubili (in peperoni, melanzane, crusca, ecc.),
- liquidi troppo caldi (brodi, minestre, zuppe, latte) o troppo freddi (yogurt, gelati, succhi di frutta),
- e conservanti.
Al contrario sono ben accetti i cibi:
- freschi o, comunque, surgelati;
- con poco tessuto connettivo e, in generale, magri (carne bianca, pesce, formaggi, albume d’uovo, ecc.)
- con la giusta quantità di fibre (cereali integrali, certi tipi di frutta e verdura cotta);
- asciutti, che assorbono le sostanze acide (pasta, pane, cracker).
In ogni caso, per aiutare ulteriormente la digestione, valgono le seguenti buone norme:
- prediligere tanti piccoli pasti (5/6) ben distribuiti durante l’arco della giornata, piuttosto che farne pochi e troppo abbondanti (così si eviterà anche il rischio di appisolarsi);
- masticare adeguatamente i bocconi, in modo da farli arrivare nello stomaco già ben frammentati;
- sfruttare occasionalmente anche l’azione pre-digerente dell’acido citrico del limone (usandolo per marinare il cibo o assumendone direttamente 2-3 cucchiaini prima di un pasto piuttosto pesante).
- non consumare alimenti (soprattutto proteici) crudi o stracotti (è meglio la media cottura);
- optare per le tecniche di cottura più sane (bollitura, lessatura, al forno o in padella);
- abbondare con il consumo di lenitivi naturali (come i finocchi, la menta, le carote, il sedano, il radicchio, le foglie di lampone, la camomilla, i carciofi, la liquirizia, ecc.);
3. Cambiare stile di vita
Anche altri tipi di fattori (non alimentari) possono influire notevolmente con i disturbi gastrici. Essi sono:
- il tabagismo, che oltretutto è la causa di molti altri gravi problemi;
- lo stress, dovuto magari ai troppi impegni lavorativi o familiari, che rende spesso troppo ansiosi o irascibili (alterando il metabolismo);
- l’abbigliamento, quando è troppo stretto alla cintura;
- l’assunzione di certi integratori e/o farmaci (come i contraccettivi orali, l’aspirina, i cortisonici e alcuni antinfiammatori) con troppa leggerezza e senza l’ausilio di gastro-protettori.
Non rimane da far altro che cercare di, rispettivamente:
- smettere di fumare;
- prendere qualche pausa in più per staccare la spina e svolgere attività rilassanti (ad esempio lo yoga);
- vestire più larghi in vita;
- utilizzare i medicinali liberi da prescrizione senza esagerare e con prudenza.
Seguendo questi 3 principali suggerimenti (che ne contenevano, come visto, molti altri inerenti all’interno) sarà possibile limitare o, meglio ancora, eliminare l’acidità e il bruciore quando però questo fastidio non è associato a patologie particolari (tra cui l’ernia iatale, la gastrite, l’ulcera gastrica, ecc.).
In tali casi tutte le accortezze suddette potrebbero non essere sufficienti. E se i sintomi persistono non vanno sottovalutati, bensì bisogna assolutamente rivolgersi al proprio medico di fiducia il quale, vi visiterà e, se necessario, richiederà ulteriori accertamenti mediante gastroscopia, breath test, analisi del sangue e/o delle feci.
Tutte indagini, queste, volte a comprendere se è presente o meno una delle cause più pericolose di acidità e bruciore: l’infezione da Helicobacter pylori, un germe che aderisce alla mucosa gastrica danneggiandola e che, se ignorato, può arrivare persino a generare, nel peggiore dei casi, il cancro allo stomaco.
Solo così lo specialista potrà agire per tempo prescrivendo le cure ritenute più adatte (antibiotici, ansiolitici, ecc.).