L’acido malico è uno degli elementi che si trova più spesso in natura ed è utilizzato in moltissimi ambiti. Scopriamo insieme che cos’è, dove si trova e tutto quello che bisogna sapere.
Che cos’è l’acido malico?
L‘acido malico è un acido che si trova in grande quantità all’interno di piante donando il sapore aspro ad alcune verdure e frutti. Lo si trova soprattutto nel rabarbaro – uva – vino e mele.
Questo acido viene indicato tante volte come l’acido fruttico o di mela, mentre i sali che produce sono denominati malati. Altri nomi che si possono attribuire a questo acido sono idrossibutandioico e idrossisuccinico.
Le mele sono stati, nella storia, i primi frutti dove l’acido malico è stato trovato. È bene evidenziare che viene anche prodotto dall’organismo con addizione della molecola dell’acqua all’acido fumarico. Successivamente avviene un processo di privazione dei due atomi di idrogeno con la trasformazione diretta in acido ossalacetico che produce la molecola NADH.
Per rendere il concetto più chiaro, l’acido malico in oggetto ha un ruolo molto importante nella produzione della molecola energetica per l’organismo umano.
L’acido malico, come anticipato, viene trovato per la prima volta nelle mele ma oggi ci sono tantissimi frutti che lo contengono come:
- uva
- albicocche
- mango
- pere
- arance
- more
- mirtilli
- ciliegie
- pesche
- pere
- prugne
- mele cotogne
- carote
- sedano
A cosa serve l’acido malico?
Le funzioni dell’acido malico sono tantissime e trova diverse applicazioni soprattutto in campo alimentare:
- Proprio in campo alimentare viene usato come acidificante – aromatizzante e conservante per la produzione del vino e dei prodotti alimentari. La sigla che si può trovare sulle etichette è la E296.
- In campo farmaceutico viene utilizzato per gli integratori alimentari e questo acido si usa soprattutto come acidificante in preparati effervescenti.
- In cosmesi è ottimale da inserire all’interno delle creme antirughe ed esfolianti. Nell’INCI si identifica come MALIC ACID.
Ma non è tutto, infatti l’acido malico è stato studiato per la capacità di promuovere il recupero dei muscoli in caso di stress e trauma, nonché per ridurre l’affaticamento sportivo. Se c’è una carenza di acido malido il processo porta ad una riduzione del glucosio e accumulo dell’acido lattico insieme ad altre tossine/scorie.
In campo enologico, l’acido malico dona quel gusto inconfondibile di mela verde nel vino. Si aggiunge all’occorrenza per aumetare la freschezza della bevanda nonché la sua persistenza di profumo e aroma.
Da non dimenticare che l’acido malico sia ottimale per eliminare la stanchezza cronica, migliorare – come accennato – la forza e il rendimento sportivo. Inoltre riduce la tossicità dei metalli e migliora l’igiene orale grazie alla sua azione antisettica e per la produzione di saliva atta alla riduzione dei batteri.
Fermentazione omolattica: perchè è importante?
La fermentazione omolattica è un processo molto importante che avviene con la conversione di acido malico in acido lattico, in quanto meno acido per rendere il gusto del vino meno aspro.
Da un punto di vista prettamente chimico non si dovrebbe parlare di fermentazione, perché l’operazione fa parte del processo dei batteri omolattici. A cosa serve? Per mantenere l’acidità del vino attiva anche dopo che avviene la fermentazione.
(Fonte Immagine: Pixabay)