L’aerofagia è un disturbo molto più comune di quanto si possa pensare. Innanzitutto, aerofagia non significa meteorismo. I due termini, sebbene siano entrambi legati ad un’ingestione eccessiva, non coincidono esattamente.
L’aerofagia consiste nell’ingestione eccessiva di aria nel tratto digestivo. Aria che poi può raggiungere il tratto intestinale dando vita alla flatulenza, decisamente invalidante. Normalissimo che chiunque di noi ingurgiti aria parlando o mangiando. Respiriamo, dunque, ingeriamo costantemente piccole quantità di aria. Come in tutto, è l’eccesso ad essere dannoso.
Si parla di aerofagia quando l’ingestione di aria è superiore ai 2-3 ml per deglutizione. L’aerofagia si accompagna a gonfiore e dolori addominali. L’aria, infatti, prima di essere espulsa può stazionare nel tratto intestinale, creando disagio e vergogna.
Le cause
Le cause dell’aerofagia sono disparate. Concreto che possa trattarsi di un disturbo psicologico, legato ad uno stato d’ansia eccessivo. Nei periodi di forte stress, l’individuo tende ad accumulare quantità massicce di aria nel tratto addominale. L’aerofagia, in questo caso, è uno dei tanti tic psico-somatici che necessita di cura specifica per trovare soluzione.
Per quanto riguarda le cause fisiche, anch’esse variano. Gli squilibri ormonali, soprattutto nella donna, possono causare aerofagia. In gravidanza, la donna è particolarmente esposta al disturbo. Tuttavia, un sintomo lieve può essere spia di patologie importanti a carico digestivo o biliare, come ulcere, gastroduodeniti o ernia iatale.
I ritmi di vita frenetici impongono ai soggetti pasti veloci, consumati troppo in fretta. Avete mai notato la presenza del singhiozzo dopo un pasto frettoloso? Ecco, esso è la spia di tachifagia, causata da un’ingestione eccessiva di aria. L’abuso di bibite gassate può portare ad aerofagia. Meglio evitare il più possibile coca cola, birra e aranciata se già si soffre del disturbo e non abusarne a scopo preventivo. Le bevande gassate provocano un accumulo di anidride carbonica nel tratto digerente.
Anche a tavola, basta fare un po’ di attenzione per eliminare lo spauracchio di eruttazioni e flatulenze frequenti. I cibi che causano gas nel tratto digerente sono certamente quelli contenenti carboidrati, ma non gli unici. Anche i fagioli aumentano il rischio gas nell’intestino, così come lattosio, fruttosio e sorbitolo.
Al contrario di ciò che comunemente si pensa, l’amido non produce gas, dunque via libera a pasta a pane ma, moderatamente, visto che fanno notoriamente ingrassare.
Il gas in eccesso, dopo un pasto, viene eliminato con l’eruttazione. Alcune eruttazioni, dopo un pasto abbondante, possono anche essere normale amministrazione ma non se si arriva all’eccesso che mette in imbarazzo. Continue eruttazioni che costringano il soggetto a deglutire ripetutamente, possono essere la spia di reflusso gastroesofageo e richiedono esami specifici. In quel caso, è buona norma consumare pasti leggeri e piccoli, evitando le abbuffate.
I gas che non vengono espulsi con l’eruttazione possono viaggiare nel lume intestinale e venir rilasciati dal retto, tramite le cosiddette flatulenze. Le flatulenze sono uno dei fattori di maggiori disagio sociale, specie se il fenomeno è ripetuto.
L’odore sgradevole ad esse associato non dipende dal gas in se stesso, bensì da quelli prodotti dell’intestino, rilasciati con l’aria stessa. Alcune persone, ad esempio, producono metano. Non tutti. Ed, in questo caso, le flatulenze saranno particolarmente maleodoranti. Un problema certamente da risolvere per migliorare la qualità della vita sociale del soggetto in esame.
I batteri presenti nell’intestino possono determinare l’odore sgradevole delle flatulenze. Un problema di cui spesso il soggetto si vergogna di ammettere, ma che può davvero inficiare le relazioni. Il che può solo aumentare lo stato ansiogeno e, quindi, peggiorare la patologia.
L’ansia, infatti, svolge un ruolo davvero importante nella sintomatologia. La tensione nervosa può portare a deglutizioni frequenti che, poi, portano ad eruttazioni ancor più repentine. In tal caso, può essere necessaria una cura psichiatrica che elimini i sintomi ansiosi associati.
Chi soffre di flatulenza, può avvertire i seguenti sintomi: espulsione eccessiva di gas, eruttazione, gonfiore addominale e/o gastrico, vero e proprio dolore addominale.
Solitamente, la flatulenza non si ritiene un disturbo grave ma, se accompagnata da alcuni campanelli d’allarme, non va sottovalutata, che possono essere: numerosi crampi, costipazione, diarrea, sangue nelle feci, febbre, nausea o vomito, dolore addominale sul lato destro.
Esiste anche una flatulenza vaginale che avviene dopo un rapporto sessuale. Inodore, si manifesta quando, dopo la fine del rapporto, dell’aria rimane intrappolata nella vagina.
Una delle cause più sottovalutate delle flatulenze è l’intolleranza al lattosio. Lo zucchero, infatti, se mal digerito o poco tollerato, può dar vita a flatulenze che, in taluni casi, si accompagnano a sintomi più importanti, come reflusso, dolore gastrico e crampi addominali. La maldigestione del lattosio aumenta con l’età, dunque, in età matura, è bene non sottovalutare questo fattore di rischio.
Altre cause di un eccesso di gas nell’intestino possono tranquillamente essere: una dieta poverissima di fibre che non facilita il normale funzionamento svuotamento dell’intestino, infiammazione intestinale, ostruzione intestinale, diverticoli, problemi tiroidei, consumo di stupefacenti. Un sintomo sicuramente lieve ma non necessariamente da prendere alla leggera.
Rimedi naturali
L’aerofagia può essere efficacemente contrastata grazie ai rimedi naturali. La natura svolge un ruolo miracoloso nella cura di un disturbo che inficia profondamente la vita professionale ed affettiva dei soggetti che soffrono la sintomatologia associata ad un’ingestione ingiustificata di gas nel tratto digerente ed intestinale.
Nel mondo di oggi, per cui si corre per un nonnulla, nel quale ci si affanna nel cercare di primeggiare e non si dà peso a ciò che si consuma tutti i disturbi psicosomatici a carico di apparato digerente ed intestinale sono normale amministrazione. Esistono, tuttavia, dei rimedi erbortistici in grado di alleviare i sintomi o si sciogliere le tensioni a carico dei tessuti molli, di modo da proteggerli da infiammazioni o infezioni.
Le mucillagini di malva hanno notevoli proprietà antinfiammatorie proprio a carico dei tessuti molli. Svolgono una protezione, avvolgendo le mucose con uno strato viscoso ed impedendo l’azione dei batteri. Il finocchio è una pianta gastroprotettiva, notoriamente indicata per sciogliere le tensioni gastriche e proteggere le mucose dall’erosione degli acidi. 20 gocce in poca acqua, due volte al di, possono eliminare fastidiose flatulenze ed eruttazioni frequenti eliminando l’aria nella pancia e l’aria nello stomaco.
Anche l’anice verde, carminativa ed antispasmodica, svolge notevoli funzioni digestive ed, assunta in gradevoli tisane, può sgonfiare l’addome ed aiutare la corretta digestione.
Inaspettatamente anche lo zenzero ha una funzione gastroprotettiva ed antinfiammatoria. Allevia qualsiasi tipo di tensione intestinale e svolge, altresì, una funzione antiemetica.
Per quanto riguarda l’utilizzo dei Fiori Di Bach nella cura dei sintomi legati a flatulenza ed aria intrappolata nel tratto gastrointestinale, il fiore indicato per il trattamento è il Vine. Anche l’agopuntura può andare a trattare il tratto addominale per eliminare tensioni e rigidità.
Quando il resto dei rimedi fallisce, però, arrivano i rimedi della nonna, quei segreti, da chiudere in un cassetto, ricchi di antica sapienza erboristica. Per migliorare la digestione ed eliminare le cause di gonfiore addominale , la nonna consiglia una tisana di melissa, camomilla, passiflora, valeriana.
Una tisana ai fiori di camomilla ed angelica aiuterà lo stomaco a digerire, in caso di un pasto più abbondante. Da assumere un’ora prima dei pasti, dopo averla tenuta in infusione 10 minuti.
La pratica Yoga può aiutare ad allentare le tensioni dell’organismo e distendere il tratto gastrico, limitando a livello psicosomatico l’aerofagia. Importantissimo, per chi soffre di aerofagia patologica, bere lontano dai pasti e non eccessivamente durante. Ciò serve a non sovraccaricare il tratto digerente di un lavoro inutile e per non dilatarlo, aumentando il rischio di eruttazioni frequenti.
Evitate il caffè’ ed il fumo. Al mattino, per migliorare la digestione, potete assumere un cucchiaino di olio d’oliva in un bicchiere di succo di limone. Ha proprietà depurative ed emollienti del tratto gastrointestinale e vi aiuterà a combattere l’ansia da aerofagia.
L’aerofagia, dunque, si combatte a più livelli. A livello fisico esistono anche farmaci in grado di migliorare la situazione ma è soprattutto a livello psicosomatico che si possono andare a rintracciare ed alleviare le tensioni che generano gli aerofagia sintomi.
Una vita migliore, meno frenetica, più lenta ed una dieta meno ricca di grassi sono già dei passi importanti per alleviare un disturbo apparentemente innocuo ma che può porre il soggetto che lo patisce di fronte ad un evidente imbarazzo sociale. Tra i meteorismo rimedi più noti, per assorbire l’aria, il carbone vegetale. Si trova facilmente in compresse e non vi consiglio di spezzarle ma di “ingoiarle” sempre intere, visto il sapore sgradevole. Assorbe l’aria e limita il gonfiore addominale. Provando tutti i metodi sopra elencati sono certa che riuscirete a ritrovare “l’addome perduto” ed anche il piacere di stare in mezzo alla gente!
Curare aerofagia con aneto e finocchio
Tra i rimedi più noti ed efficaci per curare l’aerofagia vi si può inserire certamente una cura erboristica a base di aneto o finocchio, due piante carminative e stomachiche. Ciò significa che rappresentano un toccasana in caso di tutte quelle afflizioni dell’apparato digerente che rendono il momento del pasto o il post-pranzo difficoltoso o problematico.
L’aneto ha un odore ed una consistenza molto simile al finocchio, sebbene sia molto meno noto. Una pianta miracolosa da tanti punti di vista, viene utilizzato sotto forma di infusi ma se ne ricava anche una mucillagine molto utile a livello terapeutico.
Tra le sue innumerevoli proprietà, troviamo quella depurativa che la rende perfetta nella cura erboristica dell’aerofagia. L’aneto può essere utilizzato nel trattamento di aerofagia, colon irritabile, coliche e meteorismo, anche laddove siano presenti flatulenze ed eruttazioni frequenti.
Oltre all’infuso, i semi possono essere facilmente masticati per assumere i benefici diretti. Per preparare un infuso di aneto, vi basterà infondere i semi in una tazza calda. Lasciare in infusione per 30 minuti e zuccherare a piacimento.
Il finocchio è un ortaggio notissimo. Lo si consuma a pinzimonio, viene apprezzato dai crudisti e lo si mangia cotto, anche con formaggi vari (ma non tutti ne apprezzano il cambiamento di sapore). Le proprietà si possono assorbire maggiormente consumandolo crudo ma pochi sanno che anche gli infusi di finocchio siano un toccasana per fegato e stomaco.
La pianta, infatti, svolge un’azione depurativa del tratto gastrointestinale e viene utilizzata anche in caso di ernia iatale. Per preparare un infuso di finocchio, lasciatelo in infusione 15 minuti in 250 ml di acqua bollente, a fiamma spenta da 1,5 a 2,5 grammi di finocchio fresco. Assumete la tisana 3 volte al giorno per godere delle proprietà sgonfianti e depuranti del “caro alleato di salute”, prezioso e facilmente reperibile.
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