L’andropausa è un termine di recente coniazione che spesse volte viene associato al concetto di menopausa: ne è, difatti, la sua versione maschile. Della serie: gli ormoni, anche nell’uomo, non sono immortali.
In questo spazio tenteremo di dare una descrizione a 360° dell’andropausa, sviscerandone il significato, analizzandone i sintomi e cercando di capire perché, ad una certa età, anche gli uomini cominciano una fase calante da un punto di vista meramente sessuale.
Che cosa è?
L’andropausa anzitutto non è una malattia ma un processo parafisiologico che indica il naturale esaurimento delle capacità riproduttive maschili in età avanzata. Si tratta di una condizione molto meno definita rispetto a quanto avviene con la menopausa femminile: in questa, ad esempio, scompare il ciclo mestruale e diminuisce la produzione di estrogeni.
Nell’uomo non si può invece parlare a tutti gli effetti di “fine” delle capacità riproduttive. Per cui definiamo l’andropausa come una condizione, perlopiù normale, che si manifesta con grande variabilità nella popolazione di sesso maschile. Proprio per questa sua estrema variabilità, l’andropausa è, nella comunità scientifica, ancora messa in discussione.
Quando avviene? Che sintomi presenta?
L’andropausa è direttamente collegata alla degradazione del testosterone che, progressivamente, comincia a ridurre i propri livelli dai cinquant’anni d’età. Dopo i sessant’anni la diminuzione annua inizia ad aumentare, significativamente, anche per il 20%. Altri fattori, come interventi chirurgici, malattie e via dicendo possono incidere ulteriormente sul testosterone. Ma, come dicevamo, l’andropausa si verifica anche in età molto più avanzate.
La fase di “calo” del testosterone investe le fasce d’età dai 50 anni (7% dei casi) agli 80 (35% dei casi). In molti casi vi sono altri fattori extra, collegati allo stile di vita: per esempio smettere di fumare potrebbe essere un ottimo punto da cui partire per tardare l’andropausa.
I sintomi più comuni dell’andropausa sono le difficoltà urinarie, difficoltà di erezione ed una minor produzione di liquido seminale.
Qualche rimedio naturale
Per far fronte all’andropausa, come un po’ su tutti i disturbi che invadono l’uomo, è possibile ricorrere a farmaci specifici e, ovviamente, a tantissimi rimedi naturali, che illustreremo qui di seguito.
Per esempio, chi soffre di andropausa potrebbe cominciare ad usare la Serenoa Repens, una palma di origine americana, capace di produrre bacche rosse che danno il rimedio al disturbo. Difatti questa palma è ricca di fitosteroli e flavonoidi, che sono in grado di risistemare la sintomatologia causata dall’ipertrofia prostatica, lenendo dunque i fastidi connessi alle vie urinarie: tra questi cistiti, contrazioni e spasmi muscolari alla prostata. Tutti fattori che possono inibire la minzione, perché arrivano a comprimere l’uretra.
Oppure la radice di ortica, anch’essa ricca di fitosteroli e lignani, consigliata poiché va ad agire sull’ipertrofia prostatica, limitandone la crescita del tessuto. Sembra che la radice assicuri l’ottimo equilibrio tra il testosterone e gli estrogeni, salvaguardando tra le altre cose la funzionalità erettile e la fertilità, anch’essa soggetta al passare del tempo. L’ortica è inoltre antinfiammatoria, quindi particolarmente consigliata anche per le vie urinarie.
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