In un mondo come il nostro che sempre più spesso tende ad immergerci e trasportarci con sé nel suo flusso magmatico di frenesia, un ingrediente si sta presentando sempre più essenziale e indispensabile alla ricetta della nostra serenità: il benessere mentale.
Se c’era già il motto latino – mens sana in corpore sano – a ricordarcelo a gran voce, è ciò di cui una cospicua quantità di studi si sta recentemente occupando: scoprire e dimostrare con specifiche ricerche e appositi esperimenti, come la salute del legame mente-corpo, cresca e passi soprattutto per la mente.
Proprio la mente, presunta sede dei processi intellettivi e pratici, è la fonte principale della nostra salute – «la salute mentale è parte integrante della salute, anzi, non c’è salute senza salute mentale» – e come facciamo per ogni altra parte del nostro corpo-organismo, possiamo impegnarci affinché anche questa si percepisca al meglio.
Poche e piuttosto semplici da seguire sono le prescrizioni che il Mental Health Foundation del Regno Unito ci raccomanda per il raggiungimento e il mantenimento del nostro benessere mentale. Anzitutto – se “l’uomo è ciò che mangia” – l’adozione di una dieta sana. Il dottor Stranges, che ha guidato il team di ricerca della University of Warwick Medical School, ha rilevato ad esempio come su più di diecimila adulti il 35,5% dei partecipanti che mangiavano cinque o più porzioni di frutta e verdura al giorno ha goduto di un buon benessere mentale, rispetto all’altro 6,8% che ne mangiava meno di una porzione al dì. Questo risultato ci informa quindi sul potenziale ruolo che questi alimenti dovrebbero avere nel programma alimentare di ogni individuo.
Altro versante su cui gli studiosi della University of Wisconsin sembrano insistere è la pratica della meditazione, che grazie anche alla sua possibilità di ridurre la presenza nel nostro organismo del cortisolo – ormone adibito alla produzione di stress – è ritenuta una delle migliori risorse per il conseguimento del benessere mentale. È l’esempio di un professionista del poker sportivo a confermarcelo. Roy Bhasin grazie alla meditazione riesce a mantenere buoni risultati e ad avere una evoluzione costante nel gioco. La capacità meditativa infatti, se allenata, propaga i suoi benefici su altri aspetti precipui per la nostra serenità. Oltre la gestione dello stress e il potenziamento della concentrazione, Il sonno è uno di questi.
Uno studio del 2010 condotto dal George Institut on Global Health in Australia ha reso evidente come dormire bene e di più, sia uno dei diktat fondamentali per la nostra mente. Ci viene caldamente suggerito dalla Mayo Clinic di dormire più di cinque ore a notte e soprattutto cercare di coricarsi e svegliarsi alla stessa ora ogni giorno compresi i week-end e vacanze, poiché la routine favorisce e stabilizza un riposo migliore.
Altro e ultimo aspetto che il Mental Health Foundation sembra promuovere e indicare come esercizio atto a incrementare il nostro benessere mentale è la pratica di un hobby e ancora di un lavoro di volontariato. Entrambi gli aspetti sono importanti, secondo l’istituzione inglese, per due motivi diversi, ma al contempo connessi.
Il primo ci esorta a prenderci cura di sé, base da cui ogni individuo alla ricerca del benessere deve cominciare; il secondo a prenderci cura degli altri. Una volta costruita la nostra autostima, il prenderci cura degli altri può rivelarsi uno dei modi migliori per la nostra crescita tout court. Il confronto con l’alterità infatti, per chi ne è capace, è sempre foriero di una crescita personale, emozionale e soprattutto mentale.
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