Extrasistoli: come si riconoscono?

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L’extrasistole si presenta dando la sensazione angosciante che il nostro cuore smetta di battere da un momento all’altro, per poi riprendere a pulsare con un colpo quasi soffocato. Indubbiamente dopo un extrasistole è facile allarmarsi e pensare al peggio, tanto più che questo disturbo può presentarsi anche in soggetti giovani e sani. In questo articolo nello specifico ci occuperemo su come riconoscerle, in quanto potrebbero anche essere scambiate per altre affezioni e quindi tenere in allarme chi ne soffre.

Il tuffo al cuore che crea angoscia e paura

Anzitutto la singola extrasistole consiste in una alterazione del battito cardiaco che si contrae prematuramente e che si trasmette quasi per una sorta di effetto a catena anche ai battiti successivi. Inoltre può accadere sia che ad una prima extrasistole faccia seguito un battito cardiaco regolare, a cui segue nuovamente una alterazione del battito del cuore e sia invece che le extrasistoli di lunga durata si riproducano in sequenza una dopo l’altra.

In questi casi è facile farsi prendere dal panico, lo stato d’animo perturbato però finisce con l’aggravare la situazione. Insomma la sospensione del battito e poi la ripresa dello stesso ci portano all’angoscia. In realtà con le extrasistoli il cuore non si ferma, ma si sospende. Si capisce che stiamo vivendo un fenomeno di questo tipo quando avvertiamo strane sensazioni al petto. Le persone che soffrono o hanno sofferto di questo disturbo, raccontano di sentire come se il cuore all’improvviso si fermasse. In particolare avvertiamo un tuffo, come se il muscolo cardiaco saltasse in gola e un vuoto improvviso, poi nuovamente un battito, poi ancora una pausa e infine il cuore riprende a pulsare con regolarità. In quei momenti è possibile avvertire anche sudorazione, ansia, vertigini, nausea, ma si tratta di effetti non derivanti direttamente dall’extrasistole, ma dalla preoccupazione e dall’angoscia.

Tuttavia la buona notizia è che le extrasistoli nella maggior parte dei casi risultano benigne, per cui per quanto ne faremmo volentieri a meno, non c’è da preoccuparsi. Nel caso però in cui il disturbo dovesse presentarsi frequentemente, allora è bene rivolgersi al proprio medico curante che saprà indicarvi gli esami più opportuni da fare per degli accertamenti.

Fonte immagine: Pixabay.it

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