Infiammazione: che cosa è la Proteina C-reattiva e a cosa serve il test

Una infiammazione è una sorta di reazione che il nostro organismo ha a fronte di uno stimolo. Talvolta essa può essere visibile ma in altri casi è totalmente nascosta. E per verificarne la presenza o l’assenza occorre sottoporsi a test specifici.

Una infiammazione può essere dovuta anche alla presenza della proteina C-reattiva nel sangue periferico, segno questo di una importante infiammazione in corso. Ma come si misura e come questa può essere d’aiuto? Ne parliamo nel nostro approfondimento odierno.

Che cosa è la Proteina C-Reattiva

La PCR o CRP, dall’inglese C-reactive Proteine, e in Italiano la Proteina C-Reattiva è una proteina rilevabile nel sangue, prodotta dal fegato e parte delle cosiddette proteine di fase acuta, gruppo proteico sintetizzato durante uno stato infiammatorio. Fa parte della famiglia delle pentrassine, proteine pentaedriche costituite ognuna da cinque sub-unità monomeriche identiche associate a ione Ca2+, che si legano tra loro per formare una struttura pentagonale.

A livello fisiologico si tratta di una opsonina, il cui ruolo principale è quello di legare la fosforilcolina espressa su cellule morte o morenti ma anche sulla superficie esterna di specie batteriche, permettendo l’attivazione del complemento attraverso la via classica. Il fegato sintetizza questa proteina in risposta a vari fattori rilasciati dalle cellule del tessuto adiposo. Per fugare ogni dubbio: questa proteina non va confusa con la classica proteina C.

A cosa serve il test?

Quando la causa dell’infiammazione è nota, come una malattia autoimmune spesso caratterizzata da infiammazione cronica, la misura della PCR è utile per valutare eventuali fasi di riacutizzazione o di quiete della patologia, verificando ugualmente se la terapia stia funzionando in maniera adeguata o meno. Il test è utile per comprendere se il paziente che ha contratto l’infezione sta guarendo.

I valori di PCR sono considerati regolari se sono inferiori a 5-10 mg/L, ma possono essere espressi anche in mg/dL, con limiti spesso assai inferiori. Tuttavia, pure in presenza di malattie infiammatorie, non sempre si palesano elevati livelli della PCR, il cui innalzamento non è legato alla gravità della infiammazione. Alti livelli di PCR, per esempio, possono registrarsi durante la gravidanza, evento questo non patologico: nelle donne che assumo contraccettivi o che sono sottoposte a terapia ormonale sostitutiva il rischio c’è ed è alto.

In ambito cardiologico il test invece è utile nella valutazione del rischio cardiovascolare. L’arteriosclerosi ad esempio è spesso legata alla presenza di infiammazioni, rilevabili grazie alla PCR.

FONTE IMMAGINE: ASSOCARENEWS

CONDIVIDI