Da anni ormai si sta facendo strada questa definizione ma pochi sanno di cosa si tratta nello specifico: la medicina olistica è una forma di medicina alternativa a quella scientifica riconosciuta che tiene conto dell'andamento globale di corpo e mente. I sostenitori di questa, tra i quali capeggiano figure come Rüdiger Dahlke e Claudia Rainville, ritengono che i sintomi manifestati dal corpo non siano da sopprimere, come invece fa la medicina ufficiale, ma da monitorare e controllare in modo da capire qual è il malessere globale che affligge l'organismo. La medicina olistica, in generale, ritiene che se è curata la psiche, un trauma di qualche genere, allora si possono avere risultati anche dal punto di vista fisico.
L'approccio della medicina olistica tende ad affrontare unitariamente tutti i sintomi presentati dall'organismo, anche quelli che paiono indipendenti, secondo quello che i maggiori esponenti chiamano Asse PNEI ovvero, Asse psico/neuro/endocrino/immunitario. In base a questa visione, un problema endocrino, per esempio, è collegato ad un problema psichico o di altra natura; tenendo a bada il sintomo principale, si cerca di scovare il problema che sta a monte e lo si risolve mediante diversi tipi di intervento, in molti casi con le erbe officinali.
Nella nostra cultura è caduta in disuso la conoscenza dei benefici delle erbe officinali: queste hanno molte proprietà curative e sono spesso più efficaci dei medicinali. I loro principi attivi agiscono su un problema: ad esempio la valeriana è universalmente apprezzata per le sue qualità distensive simili e maggiori a quelle della camomilla. Oppure possiamo pensare al biancospino che è utilissimo per chi ha problemi di extrasistole. Per la maggior parte dei problemi, dunque, esiste una pianta adatta a risolverli, basta solo informarsi su quale sia e seguire il metodo di preparazione che consenta una miglior resa di questi benefici.