Nel linguaggio comune la bassa autostima viene spesso utilizzata per fare riferimento ad un disagio psichico compatibile con i disturbi dell’ansia, della depressione e dell’autostima. Non è un termine medico ricorrente nel linguaggio dei professionisti di igiene mentale, ma maggiormente usato nell’ambito della psicoterapia. La bassa autostima può manifestarsi attraverso una gamma di segni e sintomi psicopatologici. L’individuo con bassa autostima mostra una costante visione negativa del proprio valore, insicurezza, senso di inadeguatezza, scarsa fiducia in se stesso e nei confronti della società. Inoltre presenta dei deficit non indifferenti per ciò che concerne lo spirito di iniziativa e la mancanza di progetti di vita. Nelle righe che seguono vi offriremo una panoramica sulle principali cause, fattori di rischio, test e trattamento della bassa autostima.
Bassa autostima: le cause e i fattori di rischio
In un’ottica eziopatogenetica multifattoriale, oltre a possibili fattori ereditari, gli esperti di psicologia hanno messo in rilievo alcuni criteri di rischio per l’esordio di una personalità con disturbi dell’autostima. Tra questi fattori annoveriamo:
- Casi di abbandono nell’infanzia/adolescenza
- Disapprovazione, giudizi e critiche da parte di figure genitoriali
- Episodi di bullismo o cyberbullismo
- Episodi di discriminazione razziale
- Casi di mobbing, isolamento sul posto di lavoro e svalutazione da parte del proprio datore di lavoro
- Eventi traumatici vissuti nell’infanzia
- Forte stress.
Bassa autostima: trattamento terapeutico e test
Gli individui che soffrono di scarsa autostima hanno serie difficoltà a chiedere aiuto in ambito psicoterapico. La loro difficoltà è strettamente legata ad una mancanza di consapevolezza del loro disturbo mentale. Di fatto ritengono di non avere alcun bisogno di rivolgersi ad un professionista che possa aiutarli e assisterli dal punto di vista psicologico.
Il trattamento della bassa autostima presenta un discreto livello di complessità. Il professionista tiene in considerazione vari criteri valutativo, quali la motivazione al trattamento e la serietà dei sintomi psicopatologici. La psicoterapia può includere programmi terapeutici su più livelli. Il trattamento rivelatosi più efficace è la terapia cognitivo comportamentale che si focalizza, ovviamente, sull’accrescimento dell’autostima. Lo psicoterapeuta interverrà nelle seguenti modalità:
- Si concentrerà sui disagi, sulla frustrazione e sulle difficoltà del paziente (timori irrazionali, insicurezza, paranoie disfunzionali, ansia);
- Lo aiuterà a superare l’ansia e a sviluppare un buon livello di autostima;
- Lo aiuterà ad accettarsi in maniera incondizionata;
- Esaminerà la sua storia personale, eventuali traumi infantili, ferite psicologiche, aiutandolo a gestire le emozioni;
- Lo aiuterà a ritrovare stimoli, motivazione, energia e ad instaurare relazioni interrelazioni sane.
Per ciò che concerne i test di autovalutazione, invece, è possibile ricorrere alla celeberrima Scala di Autovalutazione dell’Autostima di Rosenberg: uno dei test più usati a livello internazionale per la valutazione della propria autostima. Esattamente come avviene con tante altre scale di autovalutazione psicologica, il test di Rosenberg consente di avere delle risposte concrete che possono aiutare il singolo a comprendere se intervenire sul proprio livello di autostima. Non va a sostituire il giudizio di un professionista di psicologia. Compilare la Scala di autovalutazione di Rosenberg è facile, gratuito e veloce. E’ sufficiente collegarsi su un sito di supporto psicoterapico che offrono questo servizio.
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