Un tema su cui spesso si tende a fare confusione è la differenza tra congelamento rapido e congelamento tradizionale, due diversi processi di conservazione alimentare che sfruttano le basse temperature e che differiscono tra loro per metriche temporali e termiche. Per comprendere appieno le divergenze tra queste due soluzioni tecnologiche, può essere utile familiarizzare con le loro definizioni. Quando si parla di congelamento tradizionale ci si riferisce a quel metodo di conservazione che si verifica molto più lentamente rispetto alla rapida surgelazione. Con questa tecnica, per lo più fai da te, l’acqua contenuta negli alimenti raggiunge gli 0° Celsius e si trasforma in cristalli di ghiaccio voluminosi, che rischiano di influenzare negativamente la struttura molecolare degli alimenti e compromettere la loro consistenza e qualità. Quando si parla di congelamento rapido, invece, ci si riferisce a quella tecnica di conservazione alimentare che sfrutta le temperature estremamente basse ( -18° Celsius) per ostacolare la proliferazione batterica e tutelare la freschezza dei cibi. La temperatura particolarmente bassa favorisce il processo di congelamento e la microcristallizzazione (i cristalli appaiono decisamente piccoli). Inoltre mantiene inalterate la consistenza, il sapore e le sostanze nutritive degli alimenti in modo più sicuro rispetto al congelamento tradizionale. Se desiderate approfondire le differenze e caratteristiche che contraddistinguono questi due metodi fisici, proseguite con la lettura di questo articolo.
Congelamento rapido vs congelamento tradizionale: le principali differenze
Come si differenziano, esattamente, questi due metodi fisici che sfruttano il freddo per conservare gli alimenti a lungo termine? Nelle righe che seguono cercheremo di faremo chiarezza.
Metriche temporali e termiche
Tra congelamento tradizionale e congelamento rapido di un prodotto, i principali metri di misura che distinguono i due metodi riguardano sostanzialmente la temperatura e le tempistiche in cui avvengono i due processi. Il metodo tradizionale si avvale di temperature comprese tra 10 e 30°C, talvolta anche -80°C per congelare in un lasso di tempo piuttosto lungo (circa 24 ore) attraverso il freezer domestico. Con il congelamento rapido, invece, avviene un raffreddamento in tempi più celeri: la temperatura nel cuore del cibo si congela in meno di 4 ore, tempo sufficiente per generare la microcristallizzazione.
Preservazione dei nutrienti e delle proprietà organolettiche dei cibi
Secondo il parere gli esperti di fisica, tra le due soluzioni tecnologiche il congelamento tradizionale è il metodo più smart e salutare. Oltre a tutelare e preservare il sapore di frutta, verdura, carne, prodotti ittici e pietanze cotte, ci consente di mantenere inalterata la struttura molecolare scongiurando il pericolo di perdita dei nutrienti. Il congelamento tradizionale, infatti, favorisce la conservazione di vitamine e sali minerali essenziali. Se desiderate scoprire quali sono le migliori pratiche per congelare frutta e verdura, noi ne abbiamo già parlato qui.
Riduzione degli sprechi alimentari
Un’altro fattore che differenzia il congelamento rapido da quello tradizionale concerne i cosiddetti sprechi alimentari. Quando si parla di spreco alimentare ci si riferisce alle pietanze (materie prime o pietanze semilavorate) che non raggiungono il consumatore e quindi finiscono inevitabilmente nei rifiuti. Con il congelamento classico il rischio di spreco è decisamente ridotto, poiché la durata di conservazione è molto lunga e le perdite sono contenute. Con questa tecnica, infatti, i consumatori dispongono di un ampio lasso di tempo per scongelare i cibi e dunque si evita il deterioramento alimentare.
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