Nelle 40 settimane di gravidanza che vanno dal concepimento al parto del bambino possono verificarsi complicanze che possono compromettere la salute materna e fetale. Tra queste annoveriamo il Diabete mellito gestazionale (GDM), una sindrome sistemica caratterizzata da un calo dell’attività dell’insulina, che può compromettere negativamente l’andamento della gestazione. Sebbene il Diabete mellito gestazionale possa essere tenuto sotto controllo attraverso un’alimentazione equilibrata e regolare attività fisica, nel 20% delle gravidanze può essere necessario somministrare degli ipoglicemizzanti orali alle gestanti. Importanti studi e ricerche mediche hanno dimostrato che la terapia farmacologica per le donne in stato interessante può mantenere ottimali i livelli di glucosio ematico. L‘AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, ha reso noto che la molecola di prima scelta per la cura del Diabete mellito gestazionale è l’insulina, un ipoglicemizzante a base di insulina umana solubile e iniettabile.
Gestione della terapia insulinica durante la gravidanza
È stato dimostrato che mantenere dei livelli ottimali di glucosio ematico prima del concepimento e nei 3 mesi successivi, può ridurre significativamente il rischio di complicazioni gestazionali e neonati. Nelle righe che seguono vi forniremo delle linee guida inerenti la gestione della terapia insulinica durante le 40 settimane di gravidanza.
Insulina nel secondo trimestre di gravidanza
Il secondo trimestre è quel periodo di età gestazionale che va dalla 14ª alla 27ª settimana di gravidanza. In questa fase la placenta, l’annesso fetale deputato agli scambi metabolici tra la madre e il feto, si sviluppa in toto e i livelli ormonali iniziano a crescere vertiginosamente, con un conseguente incremento del fabbisogno di insulina. Per tenere sotto controllo i livelli di glucosio nel sangue, può risultare necessario, infatti, aumentare la somministrazione del farmaco ipoglicemizzante orale prima di mangiare.
Insulina nel terzo trimestre di gravidanza
Com’è noto a tutti, il terzo trimestre di gravidanza è l’ultima fase del periodo gestazionale (28ª settimana in poi) e le donne incinte assorbono l’insulina con più lentezza. Può essere opportuno, dunque, apportare modifiche alla posologia: somministrare l’insulina in anticipo, anche fino a 40 minuti prima dei pasti principali. Monitorare con attenzione i livelli ematici di glucosio nell’ultimo trimestre può essere d’ausilio per la tutela dello sviluppo degli organi del nascituro e per scongiurare l’eventualità di ipoglicemia nel bambino.
Insulina durante il travaglio e parto
Durante il parto i livelli ematici di glucosio devono essere monitorati scrupolosamente affinché i valori restino nella norma (<90 mg/dl a digiuno e <120 mg/dl dopo 1 ora dal pasto). Un numero significativo di partorienti sceglie di continuare la terapia insulinica con il microinfusore anche durante l’espulsione del feto dall’utero materno. Nelle 24 ore successive alla nascita del bambino, il fabbisogno di insulina delle neo mamme scende drasticamente, pertanto può essere necessario interrompere la somministrazione del farmaco.
Insulina nei mesi successivi al parto
Durante l’allattamento al seno, raccomandato per i primi 6 mesi di vita del neonato, i livelli di glicemia ematica delle mamme possono precipitare e subire un crollo drastico. Per ovvi motivi potrebbe essere opportuno apportare modifiche alla posologia di somministrazione dell’insulina e continuare a monitorare i valori ematici.