In ambito nutrizionistico per intolleranza alimentare si intende l’ipersensibilità e la reazione infiammatoria del nostro organismo ad uno o più alimenti. Trattasi di un difetto metabolico spesso causato dalla mancanza di alcuni enzimi digestivi. Ad oggi le cause di questo disturbo metabolico non sono del tutto note. L’origine delle intolleranze alimentari sembra dipendere, infatti, da diversi fattori: predisposizione genetica e familiare, condizioni di infiammazione cronica dell’intestino, persino problemi relativo allo svezzamento materno. Per meglio comprendere come trattare questo disturbo, esploriamo i sintomi chiave e approfondiamo i consigli degli specialisti.
Intolleranze alimentari: qual è la sintomatologia?
Le reazioni atipiche del nostro organismo causate dall’ingerimento di determinati cibi possono manifestarsi in maniera variabile a seconda della tipologia di intolleranza (intolleranza al lattosio, intolleranza al glucosio o intolleranza all’uovo). I sintomi più diffusi sono i seguenti:
- Dissenteria
- Digestione difficoltosa e lenta
- Gonfiore post prandiale
- Inappetenza o eccessivo appetito
- Dolore e tensione addominale
- Comparsa di eritemi, prurito, orticaria e altre reazioni di natura infiammatoria come la psoriasi
- Difficoltà respiratorie.
Intolleranze alimentari: come si effettua la diagnosi?
Se sospettate di avere una o più intolleranze alimentari, è opportuno che consultiate il vostro medico curante e, se necessario, anche un medico specialista. Per individuare le cause primarie delle vostre intolleranze, il gastroenterologo vi sottoporrà a vari test ed esami specifici, come ad esempio il Test dei 108 alimenti. Qualora l’esito del test riporti alcuni valori fuori dalla norma, potreste soffrire di una o più allergia alimentare. Inoltre il medico potrà sottoporvi al Breath test, un esame diagnostico non invasivo che indaga su una eventuale intolleranza al lattosio.
Intolleranze alimentari: come risolvere questo disturbo?
Al momento attuale la soluzione più valida e risolutiva ad una o più intolleranze alimentari è la dieta di esclusione. Il medico specialista consiglia di escludere dal proprio regime alimentare tutti quei cibi incriminati, che di sovente scatenano ipersensibilità e reazioni cutanee avverse. Tra i vari accorgimenti utili consigliati dai gastroenterologi annoveriamo anche l’assunzione quotidiana di 2 litri di acqua minerale naturale e l’esclusione dei cibi fritti e ricchi di grassi (insaccati, junk food, etc).
Intolleranze alimentari: quali sono i rimedi omeopatici?
In caso di intolleranze alimentari il nostro organismo necessita attenzioni particolari e trattamenti omeopatici che possano allievare i disturbi arrecati dall’ingerimento di determinati cibi. Attraverso l’assunzione di specifici integratori è possibile ottenere risultati significativi e degni di nota.
Lactobacillus acidophilus 10 miliardi di UFC
Trattasi di un batterio Gram positivo capace di aiutare la fermentazione intestinale mediante la produzione di acido lattico. È considerato un vero e proprio antibiotico naturale, il quale crea un ambiente ostile a specifici microrganismi che prolifcano in ambiente alcalino.
Bifidobacterium bifidum 2 miliardi di UFC
Trattasi di una specie batterica del genere Bifidobacterium che svolge un’azione battericida naturale.
Magnesio
Affinché la dieta di esclusione poco varia non crei carenze di magnesio, i gastroenterologi suggeriscono l’assunzione di questo macroelemento mediante opportuni supplementi alimentari (compresse, polvere solubile o capsule).
Echinacea (Echinacea angustifolia)
L’estratto di Echinacea, pianta officinale medicamentosa molto commercializzata in ambito fitoterapico, aiuta il nostro organismo a regolare la risposta immunitaria contro numerose forme di intolleranze alimentari e non.
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