L’ipotiroidismo è la condizione clinica in cui vi è un’insufficiente produzione di ormoni tiroidei. L’ipoattività della tiroide, piccola ghiandola endocrina situata alla base della gola, causa un rallentamento delle funzioni dell’organismo, anche estremamente importanti. Coloro che soffrono di ipotiroidismo sperimentano una vasta serie di sintomi caratteristici che comprendono il repentino aumento di peso, secchezza cutanea e tricologica, stitichezza persistente, crampi muscolari frequenti e intolleranza alle basse temperature. Tutte le forme di ipotiroidismo femminile, incluso quello subclinico asintomatico, svolgono un ruolo non indifferente nella fecondazione, concepimento e gravidanza. Nelle righe che seguono vi forniremo una panoramica approfondita sull’ipotiroidismo e sulla fertilità femminile. Cercheremo di spiegarvi come l’ipoattività tiroidea può influenzare l’attività delle ghiandole ormonali riproduttive.
Il ruolo della tiroide nel concepimento
La tiroide, questa piccola ghiandola situata nell’area anteriore del collo, svolge un ruolo cruciale nel concepimento. Gli ormoni che produce, la triiodotironina (T3) e la tiroxina (T4), controllano lo sviluppo delle ovaie e degli ovociti. L’ipoattività di quest’ultima, come per l’appunto nel caso dell’ipotiroidismo, è causa di infertilità femminile e di ritardo nella fecondazione. Per tale ragione è estremamente importante che le donne si sottopongano a controlli medici che possano individuare eventuali disfunzioni tiroidee.
Terapie ormonali nella donna con ipotiroidismo
Di fronte a un problema di infertilità femminile, i medici curanti e gli specialisti di ginecologia prescrivono accertamenti ed esami diagnostici mirati a controllare la condizione della tiroide e della sua funzionalità. Le donne che apprendono di soffrire di ipotiroidismo e al contempo hanno serie difficoltà a restare incinte, possono aumentare le loro chance di concepimento mediante terapie farmacologiche specifiche, quali la somministrazione di Levotiroxina: un ormone tiroideo sintetico in grado di svolgere le identiche attività dell’ormone endogeno T4.
Quali analisi e screening fare per capire se si soffre di Ipotiroidismo?
Ad oggi individuare l’ipotiroidismo risulta un’impresa piuttosto ardua, poiché la sintomatologia di questa sindrome è molto simile a quella di altre patologie endocrine. La conseguenza è che, a lungo andare, l’Ipotiroidismo può essere ignorato o equivocato con altri disturbi ormonali. Per tale ragione nell’ultimo decennio gli screening e gli esami per la tiroide sono aumentati vertiginosamente. Coloro che sospettano di soffrire di ipotiroidismo possono rivolgersi al loro medico curante, il quale saprà indicargli il corretto iter di esami da affrontare per diagnosticare l’ipotiroidismo anche nelle sue forme lievi. Il primo esame di laboratorio utile per la diagnosi di ipotiroidismo è senza ombra di dubbio il prelievo ematico con misurazione dei livelli di TSH e degli ormoni tiroidei (Tiroxina, FT4). A completare la diagnosi, una ecografia della tiroide e il dosaggio nel sangue degli anticorpi anti tiroide.
Ipotiroidismo e fertilità: l’importanza della diagnosi
In assenza di un’adeguata diagnosi e relativo trattamento ormonale, l’ipotiroidismo può degenerare e scatenare tutta una serie di complicanze e patologie serie. Tra queste annoveriamo l’aggravamento di eventuali problematiche cardiache, le cui conseguenze possono essere: infarto del miocardio, insufficienza cardiaca, cuore ingrossato e molte altre. Un ipotiroidismo non curato può provocare anche il versamento pericardico e la compromissione delle funzioni cognitive, sino al coma.