Subito dopo il concepimento all’interno del collo dell’utero della donna le cellule della cervice producono un muco denso, vischioso e abbondante denominato tappo mucoso. Tale occlusione esercita una funzione di barriera e svolge azioni fondamentali: antibatteriche, antivirali e protettive. Oltre a “sigillare” il canale della cervice, infatti, tutela il feto da eventuali spore, microbi e virus che potrebbero insinuarsi e scatenare infezioni vaginali.
Espulsione graduale del tappo mucoso: quando avviene e perché
Dopo la sua formazione, il tappo mucoso presente nel collo dell’utero resta inalterato sino al periodo “prodomico”, ossia la fase finale della gravidanza. Quando il tappo mucoso inizia ad essere espulso naturalmente, significa che la dilatazione della cervice è cominciata e si avvicina il momento del parto. Può capitare che il tappo di muco venga espulso alcuni giorni o settimane prima del travaglio. In questo caso è fondamentale contattare la propria ginecologa, la quale saprà effettuare i dovuti controlli e sincerarsi che non stia per avvenute un parto prematuro.
Espulsione graduale del tappo mucoso: come avviene e come comportarsi
La perdita del tappo di muco è indolore e si manifesta con piccole e frequenti perdite vaginali che avvengono a più riprese nell’arco di alcuni giorni. Le gestanti potrebbero non accorgersi di tali perdite, poiché la vagina secerne una sostanza filamentosa estremamente simile alle normali secrezioni femminili. Il colore delle perdite del tappo mucoso, infatti, possono essere bianche, rosa chiaro o marrone chiaro (quando contengono striature ematiche). Quando avviene l’espulsione della parte finale del tappo mucoso, le secrezioni divengono maleodoranti e assumono una colorazione più intensa, dal momento che si tratta della parte più interna del tappo (laddove vi è una maggiore affluenza di sangue). In questo caso si può affermare che il travaglio e il parto sono alle porte.
In previsione dell’espulsione del tappo mucoso, è estremamente importante monitorare le perdite vaginali, sia per ciò che concerne la colorazione che la quantità. Se le secrezioni dovessero divenire molto abbondanti, con striature ematiche e particolarmente maleodoranti, occorre mettersi in contatto con il proprio medico ginecologo e riferire i propri sintomi.
Perdita tappo mucoso: quando costituisce un campanello d’allarme
Quando le perdite vaginali divengono particolarmente abbondanti e scure, è consigliabile contattare il proprio medico ginecologo con tempestività per scongiurare possibili cause patologiche. Tra i principali sintomi che costituiscono un campanello d’allarme annoveriamo: le perdite ematiche sospette, i crampi addominali, il dolore pelvico e le vertigini.
Perdita del tappo mucoso: consigli utili e raccomandazioni
Le gestanti che hanno perduto il tappo mucoso e sono impazienti di partorire, dovrebbero cercare di mantenere la calma e portare pazienza, soprattutto per la salute del nascituro. L’avvicinarsi del travaglio, infatti, dovrebbe avvenire sempre in maniera lenta e progressiva. È fondamentale, dunque, vivere con serenità gli ultimi momenti della gestazione che precedono la nascita del bambino. Poiché l’atteggiamento mentale può influenzare l’andamento del travaglio e condizionare la percezione del dolore, occorre assumere un atteggiamento propositivo e ottimistico. Un approccio rilassato e aperto, infatti, può solo giovare al travaglio e rendere più efficaci le contrazioni.