Anche se non troverete il quadrifoglio che vi porti buona sorte, dopo aver letto questa guida la prossima volta che vedrete un po’ di trifoglio sarete comunque fortunati. Apprezzata soprattutto come pianta ornamentale in parchi e giardini, il trifoglio è anche una pianta officinale usata in fitoterapia e apprezzata per le sue virtù benefiche: è infatti un fitoestrogeno naturale, ricco di sostanze nutritive. Cerchiamo di conoscere bene quali.
Storia del trifoglio
Dell’antica tradizione popolare legata al quadrifoglio simbolo di fortuna vi abbiamo già parlato e sicuramente già lo saprete. Forse non sapete però che trovarlo è quasi impossibile: se ne trova solo 1 ogni 10.000.
Forse non sapete neanche che il trifoglio ha una storia antichissima: usato come medicinale e venerato dai greci, dai romani e dai druidi celti, Discoride e Galeno lo definiscono capace di guarire le ferite di serpenti velenosi mentre Plinio il Vecchio parla di questa come una pianta sacra e magica.
Benefici del trifoglio
Ricco di vitamine, Sali minerali e altre sostanze nutritive, il trifoglio è innanzitutto una pianta amica delle donne: il suo fitocomplesso infatti è ricco di fitoestrogeni che combattono gli scompensi della menopausa e contrastano l’azione dei radicali liberi.
Tra le varietà più usate in erboristeria c’è senza dubbio quella del trifolium pratense, ovvero il trifoglio rosso, diffusa e coltivata come pianta da foraggio. Ricca di minerali (soprattutto potassio, magnesio, fosforo, calcio e cromo) e vitamine (tra le quali A, B12, K, E, C) è ricca di isoflavoni, estrogeni naturali che contribuiscono all’equilibrio ormonale nell’organismo e contrastano in modo naturale i disturbi tipici della sindrome premestruale.
Il trifoglio è anche un noto antiossidante e ottima fonte di cumarine, composti aromatici che migliorano la circolazione del sangue. La medicina popolare e antica, soprattutto quella medievale, vuole il trifoglio un coadiuvante alla fertilità, legato alla produzione di ormoni femminili.
Altre proprietà benefiche del trifoglio rosso sono quelle:
- Espettoranti
- Regolatrice delle secrezioni ghiandolari
- Antispastiche
- Antinfiammatorie
- Antieczematose
Altre varietà di trifoglio sono quelle dal fiore bianco, amato soprattutto dalle api in quanto ottima fonte di nettare, il trifoglio dal fiore giallo, citato addirittura da Omero nell’Odissea e utilizzato come rimedio contro insonnia, palpitazioni nervose e depressione. Infine il Trifolium dubium e il Medicago lupulina, tipi di trifoglio selvatico famosi soprattutto in Irlanda, dove vengono portati all’occhiello il giorno di San Patrizio.
Come assumere il trifoglio
Per combattere cistiti, coliche renali, colon irritabile e uretriti il trifoglio si può assumere sotto forma di tisana, mentre per godere dell’azione espettorante sulle vie respiratorie, in caso di tosse secca, raffreddamento, laringiti e bronchiti, è utile usare i fiori.
Il trifoglio rosso può essere inoltre utilizzato in cucina per risotti, insalate o minestre. Vi consigliamo ad esempio la ricetta del trifoglio pratense.
Controindicazioni per l’utilizzo del trifoglio
Secondo le ultime ricerche mediche e cliniche, non esistono particolari effetti collaterali significativi o tossici legati all’assunzione di trifoglio. La raccomandazione è quella classica: devono evitare di assumere questa pianta le donne in gravidanza o in allattamento, affette da endometriosi, fibromi uterini, tumori al seno, all’utero o alle ovaie e agli uomini affetti da problemi alla prostata.
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