Che sia al mattino, a colazione o a pranzo, post cena o nel pomeriggio, c’è una bevanda immancabile sulla tavola degli italiani: si tratta del caffè, toccasana e vero e proprio marchio di fabbrica della nostra cultura. In Italia, da Nord a Sud, il caffè è un cult più che in qualsiasi altra parte del mondo. Vuoi perché è buono, vuoi perché fa bene, vuoi perché semplicemente piace.
Eppure, il troppo storpia. Vi siete mai chiesti quante tazzine di caffè bere in una giornata? Nel nostro approfondimento, con la complicità dei dati forniti da uno studio della University of South Australia, faremo chiarezza su questo aspetto.
Prima del caffè, occhio alla caffeina
Prima di parlare di caffè, un passo indietro va fatto doverosamente per focalizzare l’attenzione sulla caffeina. Si tratta del composto più presente nel caffè, o in altre bevande come il tè. La si trova peraltro anche nel cacao. Nella caffeina si nasconde il collegamento tra caffè e cuore: secondo studi abbastanza attendibili la caffeina può causare un repentino aumento della pressione sanguigna, il che aumenta la probabilità di riscontrare malattie cardiache.
In generale per la caffeina ha bisogno di limiti molto precisi: una dose giornaliera di 200mg e fino a 400 mg da tutte le fonti alimentari. Le tazzine di espresso consigliate, in questo caso, sarebbero cinque. Ma ricercatori provenienti da tutto il mondo hanno continuato, e continuano, a dibatte sull’argomento per capire quanto il caffè possa fare male e in che dosi.
Pochi caffè, con moderazione…
La ricerca precedentemente citata si è basata su un campione di dati genetici e sulle abitudini al consumo di caffè di 350.000 persone in età compresa tra i 37 e i 73 anni. Ottomila di queste persone hanno avuto un evento cardiovascolare grave, come infarto o ictus.
In molti casi è emerso che la criticità cardiovascolare è collegata all’alta quantità di caffè consumata nella propria quotidianità. Per il 22% il rischio cardiovascolare è generato anche dall’assunzione di sei o più caffè al giorno. Percentuale, questa, che si abbassa per chi invece ne ha consumati pochi, dall’uno ai due al giorno. Sorprendentemente il rischio aumenta invece per chi beve caffè decaffeinato, con una crescita del rischio cardiovascolare del 7%. Chi invece non beve caffè non è al riparo da danni: l’11% del campione, che non beve caffè, ha avuto ictus o infarti.
Il cuore è al riparo da rischi per chi beve pochi caffè, ma buoni: uno o due al giorno, per un massimo di quattro. L’effetto protettivo del consumo moderato di caffè da rintracciare nella presenza di composti antinfiammatori e antiossidanti nella bevanda. Il caffè fa male? La risposta è nella domanda: no, come tutto. Fa male se si eccede ma non per questo si deve smettere di berlo. Basta avere, come su tutto, moderazione. E godersi il caffè, non farne uso per presunte facoltà eccezionali.
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