Cibi fermentati: cosa sono. Quando mangiarli e quando evitarli

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Avete sicuramente già sentito parlare di cibi fermentati, ma quello che in pochi conoscono sono le loro particolarità e caratteristiche. Scopriamole tutte al fine di regolarci con questa abitudine alimentare.

Che cosa sono i cibi fermentati?

Senza nemmeno che ci si rendesse conto, i popoli antichi utilizzavano la fermentazione per i cibi già da tantissimo tempo. Facendo un passo indietro nel passato a fine ‘600 si scopre che l’olandese Van Leeuwnhoek ha messo sotto la lente del suo microscopio il lievito di birra: osservando ha notato tantissimi globuli sferici che ha chiamato animalcules. Ma questo è solo un esempio, perché nel corso dei secoli i popoli sparsi per tutto il globo hanno sviluppato e messo a punto delle tecniche che permettessero ai cibi di fermentare: si parte in Messico con il mais fermentato sino al Giappone con i loro cavoli.

Se tutto è partito per caso, andando avanti nel tempo si è scoperto che questi microrganismi siano perfetti per ottenere alcune tipologie di alimenti (oggi si arriva a circa 3500 tipologie ottenute solo con la fermentazione) così da renderli digeribili, saporiti e con un apporto nutrizionale avanzato.

Ma è bene fare una precisazione:

  • Nel momento in cui l’alimento si trova in condizioni ambientali che sono oggetto di attacco microbico di agenti denominati patogeni, allora avviene una alterazione delle sue caratteristiche diventando rischioso per la salute umana
  • Nel momento in cui, invece, il processo è stato fatto per renderlo appetibile e digeribile non si sono controindicazioni.

Nel secondo caso infatti la fermentazione viene controllata e svolta appositamente così da creare un processo molto in voga soprattutto negli ultimi anni.

Quali sono i cibi fermentati?

Ci sono determinati cibi fermentati che affrontano un processo particolare, come accennato, proprio per ottenere tutte le caratteristiche che necessitano. I lattobacilli sono fondamentali per la produzione di alimenti che vengono fermentati come gli insaccati, prodotti da forno, alcune tipologie di bevande, crauti, olive e bevante lattiche.

In alcuni casi vengono utilizzati anche per conservare alcuni alimenti come i cetrioli e altri di origine vegetale. Come accennato trovano la loro collocazione anche negli alimenti da forno che possono essere il pane, i cracker, il panettone e il pandoro. Si parla molto spesso di questa azione anche per quanto riguarda il vino, soprattutto i rossi che sono destinati al processo di invecchiamento.

In questo caso i batteri lattici migliorano la qualità della bevanda e trasformano l’acido malico in acido lattico.

Proprietà e benefici

Nel mondo di oggi gli alimenti sono sterilizzati al fine che l’organismo entri il meno possibile in contatto con componenti vivi, per una questione di controllo e igiene. Nonostante questo molti alimenti contengono i probiotici in grado di attuare il processo di fermentazione.

Ogni corpo è differente per questo motivo le disfunzioni a livello intestinale portano delle patologie differenti, come diarrea oppure meteorismo con alterazioni del metabolismo. I latticini che sono fermentati contribuiscono a creare un equilibrio del micriobiota che combattono queste patologie.

Tra le proprietà più importanti:

  • Rinforzano la flora intestinale
  • Svolgono una mirata azione antidolorifica
  • Hanno il potere di rinnovare continuamente le difese dell’intestino

(Fonte immagine: Pixabay)

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