La frutta fresca è uno dei capisaldi dell’alimentazione mediterranea e, esattamente come tanti altri nutrienti, un alimento ad alta densità nutritiva. Contiene un’elevata percentuale di vitamine, antiossidanti, sali minerali e fibre, indispensabili per il buon funzionamento dell’organismo. Per tale ragione è fondamentale che la frutta venga introdotta gradualmente anche nell’alimentazione dei lattanti. La frutta fresca può essere usata, tra un biberon e l’altro, come primo approccio al cucchiaino di un neonato. Ma qual è il momento esatto per iniziare lo svezzamento e introdurre la frutta? In questo articolo vi forniremo una linea guida e tutte le informazioni necessarie.
Frutta e svezzamento: qual è il momento esatto per introdurla?
La frutta è una fonte inestimabile di nutrienti e sostanze protettive per la salute: vitamine del gruppo A, B, C, E, potassio, selenio, zinco e tanti altri micronutrienti. È un alimento perfetto per iniziare lo svezzamento di un neonato, che varia da bambino a bambino. Secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, lo svezzamento dovrebbe avvenire verso il 6° mese, quando il latte materno, da solo, può non essere più sufficiente a coprire il fabbisogno nutrizionale di un neonato. In questo caso ecco che entra in gioco la frutta fresca.
Quale tipologia di frutta scegliere per iniziare lo svezzamento?
I pediatri e i nutrizionisti sottolineano che ai lattanti, come primo approccio, possono essere proposte 1 o 2 razioni di frutta al giorno. È estremamente importante optare per frutta di stagione molto matura, polposa, farinosa e facilmente deglutibile. La tipologia di frutta consigliata sono le banane, le pere, i fichi e le mele (rigorosamente grattuggiate, onde evitare soffocamento e strozzamento). Successivamente potranno essere presi in considerazione altri tipi di frutta quali gli agrumi (arance, mandarini) e la frutta con il nocciolo (prugna, albicocche, pesche, susine, ciliegie, etc). Occorre prestare particolare attenzione, invece, alla frutta che potrebbe creare allergie alimentari, quali le fragole, i kiwi, le mandorle, le noci e le nocciole. Il loro consumo dovrebbe avvenire solo e soltanto dopo il 10° mese di vita.
Come tagliare la frutta durante lo svezzamento?
Tra le accortezze alimentari anti-strozzamento, annoveriamo il taglio corretto della frutta. Le mele non possono essere tagliate a spicchi e imboccate a pezzettini. Vanno rigorosamente sbucciate, private del loro torsolo e grattugiate, come se fossero una purea o un omogeneizzato. Solo a partire dal 18° mese, una volta spuntati i primi denti molari, le mele potranno essere tagliate a forma di fiammifero. I chicchi di uva e le ciliegie, invece, vanno privati della loro pellicina e dei loro semini. Vanno tagliati in quattro parti e ridotti in dimensioni facilmente deglutibili. Anche per le fragole occorre seguire un procedimento analogo a quello dell’uva e delle ciliegie. Vanno tagliate a metà per la lunghezza e ciascuna metà può essere suddivisa, a sua volta, in 2 o 4 pezzi più piccoli. La frutta dalla forma cilindrica, come ad esempio le banane, vanno tagliate per la loro lunghezza e mai a rondelle. Per quanto riguarda i mandarini, i nutrizionisti consigliano di rimuovere ogni singolo filamento e residuo dopo aver rimosso accuratamente la buccia. I mandarini vanno tagliati a libro, in modo tale da rimuovere le pellicine laterali e ridurre l’agrume in più parti uguali, che tengano in considerazione l’età del neonato e l’indipendenza raggiunta nella sia nella masticazione che nella deglutizione.