La tendenza degli italiani a mangiare bene, a consumare prodotti bio e grani antichi considerati per molto tempo cibi poveri, ha portato in auge alimenti che erano quasi scomparsi dalla nostra catena alimentare. Pensate ad esempio al farro che non veniva quasi più coltivato in Italia, finché, grazie ad un gruppo di coltivatori toscani, è divenuto oggi un alimento cardine della nostra tavola.
La grande distribuzione, al passo con i tempi nell’assecondare le esigenze mutevoli dei consumatori, ha contribuito a far sì che oggi nei supermercati troviamo una vasta gamma di prodotti che fino a poco tempo fa si trovavano a fatica o solo nei negozi biologici: amaranto, miglio, quinoa… Facciamo luce su alcuni di questi grani antichi, buoni per il palato e per la salute, entrati ormai di diritto nell’olimpo degli alimenti gluten-free.
L’amaranto e la quinoa
L’amaranto e la quinoa, insieme al mais, erano i cibi degli Incas, una tribù di origine antichissima appartenente alle zone dell’America centrale. L’amaranto è stato scoperto nel 1960 da nutrizionisti e salutisti statunitensi. Sebbene per le sue caratteristiche simili alle graminacee sia considerato uno pseudo-cereale, è in realtà il seme di una pianta molto simile al nostro sorgo. È un concentrato puro di proteine e lisina, un amminoacido che favorisce il rinnovamento cellulare.
La quinoa appartiene alla famiglia degli spinaci. È anch’esso un super alimento ricco di minerali come ferro, magnesio, fosforo, zinco e flavonoidi, considerati gli antiossidanti naturali. La quinoa è una vera e propria alleata del sistema circolatorio ed è classificata tra gli alimenti energizzanti, ideali per chi pratica attività sportiva. È un ottimo rimedio naturale per chi soffre di disturbi gastrointestinali, poiché riduce l’acidità gastrica. È gluten-free, pertanto perfetta per chi soffre di celiachia.
Il miglio
Considerato un cereale minore, il miglio è stato a lungo dimenticato e utilizzato soltanto nella cucina macrobiotica. Ricco di acido folico, fibre, sali minerali, vitamine, tiamina e niacina, è un alimento altamente saziante e privo di glutine. Il suo contenuto di fibre lo rende un cereale ottimo per stimolare la motilità intestinale.
Ciò che contraddistingue maggiormente il miglio è il suo contenuto di acido silicico e cheratina, due sostanze in grado di favorire la produzione di collagene e rinforzare la struttura dei capelli. Questi effetti sono stati oltremodo dimostrati da importanti studi scientifici, nei quali la somministrazione di acido silicico ha giovato ad miglioramento dell’elasticità dell’epidermide e ad un aumento dello spessore dei capelli.
Ma non è finita qui: l’alta concentrazione di triptofano, un amminoacido aromatico fondamentale per la produzione di serotonina, rende il miglio un antistress 100% naturale. Aiuta a combattere gli sbalzi d’umore, lo stress e a rasserenare lo spirito in caso di depressione. Il consumo di miglio è consigliato a tutti coloro che svolgono un lavoro mentalmente stancante, poiché la presenza di fosforo potenzia la concentrazione, lattenzione e la memoria.
Il grano saraceno
Il grano saraceno, detto anche grano nero, è erroneamente considerato un cereale. Il suo nome non botanico, infatti, porta fuori strada. È noto per le sue caratteristiche nutrizionali e differisce dai comuni cereali per l’alta concentrazione di proteine. È un’eccellente fonte di fibre e minerali, come calcio, ferro, fosforo, magnesio, manganese, potassio e rame. Tra le vitamine contenute nel grano saraceno annoveriamo quelle del gruppo B (B1, B2, PP, B5).
Rispetto alla farina di frumento, quella di grano saraceno è 100% gluten-free, quindi adatta a coloro che soffrono di celiachia. Contiene un’elevata quantità di amido a digestione lenta, particolarmente indicato ai diabetici. È coltivato prevalentemente in Trentino e in Valtellina. Non a caso i Pizzoccheri, celebre primo piatto della tradizione valtellinese, sono realizzati con farina di grano saraceno, che gli conferisce un gusto unico e inconfondibile.