Il cactus appartiene ad una famiglia di piante succulente, cosiddette xerofite, adattate agli ambienti aridi tramite l’accumulo di acqua all’intero di tessuti succulenti, comprendente circa 3000 specie e 120 generi.
Usate perlopiù come piante ornamentali, i cactus hanno tantissimi altri usi: sono piante da raccolto innanzitutto, e sono piante con delle caratteristiche specifiche che consentono loro di conservare l’acqua. In questo spazio approfondiremo i benefici che una pianta come il cactus può apportare all’organismo umano e alla salute.
Benefici per la salute
Il cactus è una pianta preziosissima, ma perlopiù sconosciuta ed anzi molte volte ingiustificatamente ignorata. Difatti le sue proprietà e i benefici per la salute e il benessere del corpo sono ormai conclamati. Anzitutto il cactus contiene la pectina, uno dei migliori deterrenti per il controllo del colesterolo. Difatti mangiare foglie disidratate di cactus aiuta a ridurre quello che generalmente viene definito colesterolo “cattivo”.
Ed è poi depurativo: le fibre del cactus aiutano a disintossicare il corpo umano, migliorano la digestione ed agevolano il transito intestinale. Sono poi una piacevole scoperta le proprietà anti-infiammatorie del cactus, peraltro ricco di vitamina E e di polifenoli, antiossidanti che assistono la pelle per mantenersi più giovane. Gli acidi grassi, in particolare l’acido linoleico, contrastano contro l’invecchiamento cutaneo. Se applicato su capelli, mani e unghie, l’olio di cactus dona lucentezza.
Altro fattore a favore del cactus è il fatto che questa pianta è fonte di proteine di origine vegetale. Diventa così chiaro perché per i vegetariani sia un cibo pressoché indispensabile. Tra le altre vitamine, il cactus è ricco di C, A e B6 e di calcio, indispensabili per le salute.
Come si cucina
Premessa: il cactus è commestibile. I frutti di molte piante della famiglia dei cactus sono commestibili ed usate per i più vari scopi alimentari. Il fico d’india è uno di questi cibi: originario del Messico è ormai disponibile in tutto il mondo, laddove il clima è particolarmente mite. Anche in Italia, difatti, si vantano grandi produzioni di fichi d’India in Sicilia. Di origine boliviana è il pitaya conosciuto anche come Dragon Fruit, frutto commestibile di Hylocereus undatus, coltivato estensivamente anche nell’Asia tropicale.
E le foglie possono essere cucinate. Ma come? Le cosiddette “pale” hanno una via di mezzo tra il fagiolino e l’asparago. Cuocendole, si elimina la gelatina che le rende viscide e con il risultato finale è possibile creare una sorta di insalata. In Messico le “pale” sono vendute nei mercati: sono i cosiddetti “nopalitos”, foglie “senza spina”.
Oltre che in insalata, le foglie si possono saltare in padella con olio, aglio e peperoncino. C’è chi li gradisce anche con salsa di soia.
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