Quanto dura l’orgasmo femminile? Tra realtà e percezione

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Intanto partiamo da una definizione: l’orgasmo femminile, come quello maschile d’altronde, consiste in un aumento delle contrazioni degli organi genitali, che si susseguono a meno di un secondo l’una dall’altra. Le sensazioni si fanno via via più intense fino a raggiungere il massimo del piacere, che si suole per l’appunto definire orgasmo, che si caratterizza per intensità e brevità.

Un ruolo molto importante in questo meccanismo fisiologico del piacere femminile viene svolto dal clitoride, in quanto i nervi che sono situati su questa struttura erettile comunicano direttamente con il centro del piacere sessuale nel cervello, che quindi rilascia neurotrasmettitori endogeni quali la dopamina, l’ossicitona e le endorfine che amplificano queste sensazioni di piacere, donando un senso di benessere e di appagamento a tutto l’organismo. Ma quanto dura un orgasmo femminile?

Orgasmo femminile e durata

Stando a uno studio condotto dai ricercatori R.Levin e G.Wagner che hanno preso in esame un campione di 28 donne, a cui è stato chiesto di masturbarsi, è emerso che la metà di loro aveva un orgasmo della durata di 26 secondi, anche se le dirette interessate riferivano tempi inferiori o maggiori. Tuttavia la media di un orgasmo femminile, tenendo conto delle differenze individuali, ha la durata di circa 20 secondi.

Ed a proposito del tipo di orgasmo, ad essere maggiormente diffuso è quello clitorideo, mentre solo 3 donne su 10 raggiungerebbero quello  vaginale. In realtà anche quest’ultimo si deve alla stimolazione del clitoride. D’altronde il clitoride o la vagina possono essere intesi come una sorta di sensori che inviano segnali al cervello, per cui è proprio quest’ultimo che decide quando avere un orgasmo.

L’orgasmo vaginale gode di una maggiore considerazione per così dire, in quanto viene ritenuto il segno di una raggiunta maturità ed inoltre è utile e vantaggioso avendo un fine riproduttivo rispetto invece a quello clitorideo che non ha tali finalità. Inoltre alcune donne fanno fatica a raggiungere l’orgasmo vaginale, perché maggiore è la distanza dell’organo genitale maschile dalla vagina e maggiori saranno le difficoltà della donna di raggiungere l’orgasmo con la penetrazione. In questo senso si può ovviare se si cambiano le posizioni amatorie e la donna si mette sopra e l’uomo sotto, in tal modo può gestire l’amplesso muovendo il bacino a suo piacimento, andando a stimolare il clitoride per raggiungere l’orgasmo durante la penetrazione.

Ed in effetti anche l’orgasmo da parte delle donne può definirsi una conquista, in quanto prima della rivoluzione sessuale a partire dalla fine degli anni 60′, non esisteva o quantomeno sembrava che la donna non ne avesse diritto. Sessualità, piacere e desiderio venivano declinati solo al maschile. Poi con il femminismo e la conseguente liberalizzazione dei costumi e soprattutto con la pillola anticoncezionale, si può dire che anche le donne hanno cominciato a sdoganare la propria sessualità per viverla in maniera più consapevole e libera. Insomma l’orgasmo ha cominciato ad essere associato anche al femminile.

Fonte Immagine: Pixabay

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