La regione Piemonte è nota per la sua eccezionale produzione di tartufi, tra cui il tartufo bianco D’Alba, ribattezzato diamante vegetale e gioiello delle Langhe. Questa varietà di asomiceti è famosa per la sua qualità unica e per il suo sapore intenso e inconfondibile. In questo articolo ne esploreremo le caratteristiche, i valori nutrizionali e l’impatto sulla gastronomia locale e nazionale.
Tartufo bianco D’Alba: dalle origini ai giorni nostri
Le prime informazioni sul tartufo bianco D’Alba, il cui nome scientifico è Tuber magnatum Pico, sono datate al 1300 e riguardano alcuni documenti della dinastia Savoia. Tuttavia si vocifera che nell’antica Arabia e nell’impero Babilonese i Faraoni erano già avvezzi a servirlo nei loro ricevimenti. L’etimologia del tartufo bianco D’Alba risale al termine del 1700, quando Vittorio Pico, giovane piemontese laureando in medicina, ne ha disquisito nella sua tesi di laurea ribattezzandolo “Tuber magnatum”. Definizione alla quale in seguito fu aggiunta il cognome “Pico”, in suo onore.
Tartufo bianco D’Alba: la sua qualità unica
Il tartufo bianco D’Alba è il protagonista indiscusso della tradizione culinaria piemontese, una cucina molto ricca che orbita attorno ad alimenti caratteristici quali la carne rossa, il vino, spesso anche usato per sfumare le pietanze, il burro, i pesci d’acqua dolce, i risotti, le verdure e, per l’appunto, il celebre tartufo bianco. Trattasi di un fungo ipogeo che nasce e cresce totalmente sottoterra e che può sfiorare le dimensioni di un’arancia. Annualmente si raccolgono alcune specialità che possono rasentare il chilogrammo. Il suo aroma inteso ed il bouquet di profumi lo rendono il più prezioso e lussuoso tra i tartufi. Il suo sapore unico e inconfondibile ne fanno il più ricercato e commercializzato tra i funghi ipogei. Per ciò che concerne il periodo di raccolta, è reperibile soltanto a fine stagione estiva, in autunno e all’inizio della stagione invernale. Predilige i terreni con un livello di umidità elevata, tipico del periodo estivo. Sfortunatamente la qualità dei tartufi bianchi D’Alba che sono stati raccolti negli ultimi anni ha iniziato a conoscere il declino per via del taglio delle piante simbionti, del compattamento della terra, della raccolta abusiva e selvaggia dei raccoglitori non autorizzati, delle piogge acide e dell’inquinamento.
Tartufo bianco D’Alba: valori nutrizionali e benefici per la salute
Il tartufo bianco D’Alba è famoso per il suo sapore fortemente aromatico che ricorda l’odore del Grana Padano. Non è soltanto un’ottima fonte di proteine vegetali, ma possiede molti altri micronutrienti essenziali per il benessere del nostro organismo. Per ciò che concerne i valori nutrizionali, 100 grammi di tartufo bianco D’Alba apportano orientativamente 31 kcal. Nella stessa quantità troviamo:
- 80 g di acqua
- 6 gr di proteine
- 0,5 gr di grassi
- 0,7 gr di carboidrati
- Tracce di amido
- 0,7 gr di zuccheri
- 8,4 gr di fibre
- 0,05 mg di vitamina B1 (tiamina)
- 0,09 mg di vitamina B2 (riboflavina)
- 2 mg di vitamina B3 (niacina)
- 1 mg di vitamina C (acido ascorbico)
- 3,5 mg di ferro
- 24 mg di calcio
- 62 mg di fosforo
- Potassio
- Sodio
- Magnesio
- Zinco.
Grazie al suo esiguo contenuto di colesterolo, il tartufo bianco D’Alba può essere tranquillamente consumato da coloro che soffrono di patologie cardiache (aterosclerosi, coronaropatia, cardiopatia ischemica, angina pectoris, aneurismi, insufficienza cardiaca, cardiopatia ischemica cronica e tante altre). Il suo ridotto apporto di glucidi, inoltre, consente il consumo a coloro che soffrono di patologie metaboliche (diabete, obesità, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa, sindrome metabolica e molte altre). Non tutti sanno che il tartufo bianco D’Alba è gluten free, pertanto può essere consumato senza problemi da coloro che soffrono di intolleranza al glutine e celiachia, una patologia infiammatoria permanente del colon scatenata dal consumo di cibi contenenti glutine.
L’impatto del tartufo bianco D’Alba sulla gastronomia nazionale
Il tartufo bianco D’Alba è un ingrediente fondamentale della cucina piemontese ed è utilizzato per la preparazione di primi piatti, secondi e contorni. Il suo sapore intenso e caratteristico lo rende perfetto per aromatizzare sughi, carni e pesci. Dalla bagna cauda alla fonduta, dai tajarin ai secondi di carne, dalle uova al risotto allo zafferano, dagli ortaggi ai formaggi, dai crostini caldi alle tartine. Tra gli abbinamenti culinari più noti annoveriamo tartufo bianco-burro e tartufo bianco-fonduta di formaggi. Straordinario anche il connubio tartufo bianco-uovo: semplice, classico, di rapida preparazione ma estremamente gustoso.
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